Approvato l’emendamento al Decreto Fiscale che introduce il principio della giusta remunerazione per le prestazioni professionali

15/11/2017 – A tutti i professionisti sarà riconosciuto il diritto all’equo compenso. Il Senato ha approvato l’emendamento al Decreto fiscale che introduce il principio dell’equo compenso.

Consulta l’emendamento

Equo compenso professionisti: cosa prevede la misura

Rispetto alla prima versione, la misura è stata riscritta, allargando il raggio di azione dai soli avvocati che svolgono prestazioni a vantaggio di banche, assicurazioni e imprese, a tutti i professionisti, anche a quelli non iscritti ad un Ordine.

La norma considera equo il compenso determinato in maniera proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, tenendo conto dei parametri previsti dai regolamenti delle singole professioni (quindi nel caso di architetti e ingegneri del Nuovo Decreto Parametri bis).

In particolare il provvedimento considera vessatorie le clausole, anche qualora siano state oggetto di trattativa e approvazione, che:
– consentono al cliente di modificare unilateralmente le condizioni del contratto;
– attribuiscono al cliente la facoltà di rifiutare la stipulazione in forma scritta degli elementi essenziali del contratto;
– attribuiscono al cliente la facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito;
– prevedono le spese della controversia a carico del professionista;
– prevedano la rinuncia al rimborso delle spese direttamente connesse alla prestazione dell’attività professionale oggetto della convenzione;
– prevedano termini di pagamento superiori a sessanta giorni dalla data di ricevimento da parte del cliente della fattura.

Inoltre, la norma rende nulle le clausole considerate vessatorie mentre il contratto rimane valido per il resto.

In caso di controversia il giudice, accertate la non equità del compenso e la vessatorietà di una clausola dichiara la nullità della clausola e determina il compenso del professionista tenendo conto dei parametri previsti dai regolamenti delle singole professioni.

Infine, la norma prescrive che la “pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisca il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dopo l’entrata in vigore della legge”.

Equo compenso: il commento del ministro Orlando

“Un altro passo per il riconoscimento dell’equo compenso per il lavoro dei professionisti. La breccia aperta dalla proposta relativa agli avvocati ha aperto, come promesso, la strada per tutte le altre professioni”.

Così ha dichiarato il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha continuato: “Con l’emendamento e le sue riformulazioni governative approvate stanotte in Commissione Bilancio al Senato il principio del riconoscimento dell’equo compenso per tutte le professioni entra nel testo del dl fiscale che verrà approvato definitivamente entro fine anno”.

“E’ un impegno che ho preso con tutti i professionisti italiani per sradicare quello che ho più volte definito come un vero e proprio “caporalato intellettuale”; un impegno che seppur con fatica e tra mille resistenze, stiamo portando avanti e che approveremo prima della fine della legislatura. Lo dobbiamo ai professionisti italiani” ha concluso Orlando.

Giusto compenso: soddisfatti Confprofessioni, Colap e Fondazione Inarcassa

“Una vittoria per tutti i professionisti”. Dal palco dell’Auditorium Antonianum a Roma, dove è in corso il Congresso nazionale dei professionisti, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, esprime tutta la sua soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento sull’equo compenso, licenziato ieri dalla Commissione Bilancio del Senato.

“Portiamo a casa un risultato che ci ha colto quasi di sorpresa, considerate le premesse di queste ultime settimane. L’equo compenso a tutti i professionisti, non solo agli avvocati, è stata una delle nostre principali richieste al Governo e Parlamento che oggi trova una conferma certamente positiva” dichiara Stella. “Ancor più significativa la sua estensione ai rapporti tra professionisti e pubblica amministrazione, sul quale abbiamo condotto una battaglia a tutto campo. Adesso si tratta di monitorare i passaggi successivi e, se possibile, migliorarlo negli aspetti tecnici”.

“Questa notte ha portato consiglio – scrive CoLAP – sanando finalmente l’unico vero squilibrio contrattuale nel mondo delle professioni ovvero il rapporto tra professionisti e la PA. Ringraziamo prima di tutto il Ministro della Funzione Pubblica per l’interesse dimostrato e per aver compreso l’urgenza di un intervento su questo aspetto e l’On.le Chiara Gribaudo che ci ha sempre ascoltato e creduto nella nostra proposta, senza la loro determinazione non ce l’avremmo fatta”.

L’On.le Gribaudo ha, infatti, dichiarato: “Un passo in avanti importante è stato fatto per tutti, dopo un lungo cammino iniziato ad agosto 2017 nel Partito Democratico, con l’appoggio di pochi. Una norma di principio che supera la vergognosa sentenza di Catanzaro, che dovrà essere applicata e interpretata al meglio. Certamente sono ottimista, affinché la norma sia migliorata, ma rimane il fatto che abbiamo affermato un principio sul quale oggi convergevano tutti, in primis il Colap, che ci ha sempre creduto”.

“Plaudiamo all’emendamento approvato e ci mettiamo subito al lavoro per migliorarlo in Aula al Senato o in seconda battuta alla Camera continuando il dialogo e confronto con i Deputati e Senatori che ci hanno sempre appoggiato in questa battaglia. Positiva, altresì, l’estensione dell’accesso ai Confidi ai professionisti associativi, potrebbe dare un buono slancio alla crescita delle professioni” conclude il Colap.

Soddisfazione arriva anche da Fondazione Inarcassa che ha dichiarato: “L’introduzione dell’equo compenso, soprattutto per le prestazioni di giovani ingegneri e architetti che vivono di libera professione, è determinante per evitare la guerra al ribasso dei prezzi delle prestazioni professionali e tutelare alcuni principi e beni costituzionalmente tutelati”.

Equo compenso: l’evoluzione della norma

La storia dell’equo compenso parte da lontano: accanto ai disegni di legge presentati per introdurre il principio di una giusta remunerazione per i professionisti, gli avvocati avevano presentato un emendamento al disegno di Legge di Bilancio 2018 che circoscriveva la misura ai soli avvocati.

L’emendamento, però, era stato stralciato dalla Legge di Bilancio perché non attinente così gli avvocati avevano presentato l’emendamento al Dl fiscale.

Nella notte, però, il provvedimento è stato esteso a tutte le professioni ed è stato approvato.